Spiritualità
A Mimma, mia moglie
Tempesta con avventi
di subitaneo azzurro
fu il nostro matrimonio;
adesso è un cielo di serena attesa.
Bella sei ancora nel declino,
ma la tua giovinezza ebbe splendore
di petali sfogliati dall’aurora.
Ricordo ancora il giorno
in cui, sposa per gioco,
sostasti alla mia soglia e non avevi
coraggio di chiamarmi;
ma ti vide mia madre e ti sorrise.
E la luce passare sulle mani
( A mia figlia Chiara, ultima nata)
Il vento trasaliva fra gli ulivi
delle colline d’Umbria, musicava
le preghiere e il cammino
di fantasmi d’amore a piedi nudi.
Avanti sera vidi il tuo sepolcro, santo Francesco,
e la luce passare sulle mani
congiunte della mia creatura.
Io pensavo i suoi sogni
fare un ebbro
tumulto come tortore alle soglie
del tuo paradiso.
E lei disse, in un moto del sorriso:
”Essere l’acqua delle fonti,
e il sole e il vento e lo stellato acceso
sul Subasio, e la terra
di fiori ed erbe,
e la morte che inclina sopra i frati
i cieli d’Umbria lievi come palpebre,
per aver tutte le benedizioni
delle tue mani meridiane, santo Francesco”.
Io la guardavo in un tremore. Poi
presi il suo volto e dissi piano: “Chiara…”
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