Renato Filippelli

dai fatti al web

Il vuoto

Posted on | Maggio 20, 2010 |

20 maggio 2010

Il web per molti versi esemplifica l’universo, un grande spazio cosparso di sistemi solari. Fra una stella e l’altra c’è solo una grande quantità di vuoto, eterno e assoluto. Nel web noi informatici possiamo aumentare la dimensione dell’universo semplicemente acquistando dispositivi, installandoli e facendo in modo che possano accogliere nuovi dati, nuove informazioni. Spesso, se non sempre, questa è un’operazione sterile, perchè di tanto spazio, di tante pagine di libri di scaffali e corsie di questa Biblioteca di Babele non sappiamo cosa farne, come riempirle. Sono creazioni di déi imperfetti in un mondo virtuale, così che lo spazio qui non serve a separare il fulgore di stelle, ma a ribadire la sterilità del pensiero creativo.
Quando Renato decise di mostrare su internet la sua opera, il suo pensiero e i suoi ricordi, riempì lo spazio vuoto con una luce che non si misura contando le poche migliaia di byte che vedete qui, ma con la forza e la passione che ha sempre messo in tutto, dallo studio all’insegnamento, dalla poesia al sentimento, dal’intelletto al cuore. In questo sito ha messo la sua voce e i suoi testi e i ricordi che rimangono lucidi nell’amore incondizionato che provava per ogni elemento del suo mondo.
Oggi Renato Filippelli ha lasciato un vuoto nel mondo reale, lasciandoci. E’ un vuoto che appare al posto di dove tutti noi eravamo abituati a vederlo: c’è il silenzio nello spazio e nel luogo in cui era solito descrivere ed accarezzare la sua realtà ed il suo passato con parole sempre nette e piene.
Il vuoto del mondo reale si compenetra con il simulacro che ha lasciato qui, su internet.
Quello che trovate qui è solo la parte del proprio cammino che ha deciso di mostrare, ma anche solo questo brilla di luce vera in un universo fittizio.
Tutto il resto lo ha lasciato nel ricordo e nei cuori delle persone che (compreso chi scrive) hanno avuto la fortuna di conoscerlo, i figli, la moglie, gli amici.
Questa luce reale non potrà essere espressa in questo spazio, mai.
Arrivederci Renato, ti riconoscerò negli sguardi del Massico e nei vagiti creativi della tua discendenza.

Andrea Dori

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